Nel parco nazionale di Krka, In Croazia, abbiamo trovato questa sedia ricavata dal tronco d’un albero tagliato. La sedia non ha nulla di sofisticato e anzi, il suo aspetto primitivo sembra non far nulla per conquistare l’occhio di chi si trova a passarle accanto. Non è neppure ergonomica: il piano della seduta è leggermente inclinato sulla destra, ed è troppo basso rispetto al terreno. Lo schienale, poi, è troppo dritto per dare al viandante l’agio di rilassarsi. E’ il trono del Re di una Foresta senza scettro e senza ambizioni di comando? Parte del mobilio ancestrale di una tribù del Congo? O un manufatto uscito da un libro di fiabe? La domanda resta aperta. Quello che colpisce di questa sedia sono le radici che, come gambe di una sedia ancorata a terra, ci riportano al concetto di tradizione (viene in mente il letto di Ulisse, inchiodato al pavimento come simbolo di solidità del rapporto coniugale). Questa scultura, nata dalla collaborazione tra il bosco e l’uomo, coniuga in effetti due azioni: la generazione della materia e della forma da parte della natura, e l’intervento sul fusto tagliato da parte dell’uomo: un abbozzo violento, pragmatico, dissacrante. Non siamo abituati a questo genere di incontri. Il design ci ha abituati a un livello di estetica talmente raffinata, basata sul superfluo e sul frivolo, che ormai abbiamo dimenticato la dialettica antica tra uomo e natura. Il nostro invito è quello di riscoprire la semplicità del gesto, la purezza della linea armoniosa, una conciliazione con un mondo che pensiamo di governare ma di cui, in realtà, non avremo mai controllo.