OPEN

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outdoor, filosofia

Vivere all’aperto vuol dire togliere il soffitto e sostituirlo con il cielo, una notte stellata, una nuvola, una nevicata, una pioggia scrosciante, un vento carico di suoni e aromi. Cinquemila anni fa abbiamo abbandonato il contatto con l’ambiente a favore della sicurezza di quattro pareti. Passiamo l’esistenza dentro scatole di cemento e mattoni, oppure ci spostiamo a bordo di scatole di latta e finiamo i nostri giorni dentro casse di legno. Siamo letteralmente inscatolati, chiusi, impermeabili, protetti da sistemi d’allarme, coccolati da riscaldamento e aria condizionata. E finiamo per essere condizionati noi stessi. La ricerca di strutture aperte, tende, canopies, case sull’labero o abitazioni off-the-grid, parte dal bisogno di recuperare l’aria che ci manca. Se è vero, come diceva Confucio, che vivere è anzitutto respirare, e la respirazione porta alla meditazione, allora la casa aperta, l’open dwelling, rappresenta il primo “non-mattone” sul quale costruire un’esistenza all’insegna del benessere.

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